Quando si realizza una piscina, è necessario avere sempre presente la necessità di ottenere preventivamente un’autorizzazione edilizia.


Ogni tipologia di vasca diversa dalla piccola piscina gonfiabile è, infatti, soggetta alla necessità di un parere autorizzativo per essere installata in giardino.


Non risponde al vero, infatti, la diffusa convinzione che le piscine smontabili fuori terra possano essere sistemate in modo stabile senza autorizzazione. Il codice civile e moltissime sentenze in merito chiariscono che non richiede autorizzazione solamente una struttura non fissa e temporanea. Esistono sentenze che stabiliscono la necessità di autorizzazione anche per strutture stagionali che sono smontate e rimontate a ogni estate.

 

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Le autorizzazioni edilizie interessano quindi tutte le tipologie di piscina, anche alla luce delle ultime innovazioni in materia edilizia proposte a livello legislativo introdotte con il decreto Sviluppo 83/2012 e recentemente modificate con il decreto “del Fare” convertito in legge nell’agosto 2013.


Non esiste uno strumento unico per avere l’autorizzazione da parte del Comune, e tale aspetto non è legato soltanto alla tipologia di piscina da realizzare, ma dipende anche dalla Regione e in alcuni casi anche dal Comune in cui ricade l’opera, poiché la modifica del Titolo V della Costituzione nel 2011 ha trasferito alla Regioni la competenza legislativa in materia urbanistica.


I titoli edilizi che maggiormente sono utilizzati per la realizzazione o la ristrutturazione delle piscine sono prevalentemente il permesso di costruire e la SCIA, che ha recentemente sostituito la DIA. La fondamentale differenza tra le due procedure è costituita dal fatto che il permesso di costruire è rilasciato dal Comune su richiesta corredata da una serie di documentazioni, mentre la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) è, di fatto, un’autocertificazione, presentata da un tecnico abilitato, che non ha bisogno di autorizzazione ma che fa ricadere sul tecnico stesso e sul committente la responsabilità di seguire correttamente le norme esistenti. In sostanza ogni Ufficio Tecnico dispone la necessità di un titolo anziché dell’altro secondo le regole interne e della complessità dell’intervento.


Nelle zone a vincolo paesistico entra in campo anche la Commissione del Paesaggio interna al Comune e la Sovrintendenza.


Rossana Prola

 

 

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